Riti e Manifestazioni Gallipoline
Grande, grandissimo è il trasporto per le feste che la popolazione osserva, conserva e si tramanda da generazioni, sicchè la semplice citazione degli appuntamenti ludici della gente con i tempi e i santi del ciclo annuale vale a delineare il disegno del folklore di questa città rivierasca.
Intanto l’attesa e l’attrazione della festa sono una prova evidente del bisogno di fuga dal reale, dall’isolamento, dalla fatica e dalla stanchezza di vivere che il popolo ha per instaurare rapporti che fuoriescono dal quotidiano, per evadere dalla noia, per dimenticare l’assillo dei doveri, delle scadenze e delle responsabilità…Continua a leggere
I Gallipolini di ieri e di oggi
Scriveva Mainsen: “I gallipolitani sono dotati di belle forme. L’ovale della faccia rammenta il tipo greco; il naso regolarmente scende sulla bocca, che in generale è piccola, graziosamente tagliata e fornita di denti bianchissimi; piccolo mento ben tornito; tutto dà vetusta all’insieme del volto. La tinta, negli uomini del volgo, generalmente è bruna, ma animata da un leggero incarnato. Le persone civili hanno una tinta candida, specialmente il gentil sesso. Le donne in generale sono di belle forme, ricche di chiome, vivaci degli occhi.
Nei paesi vicini è proverbiale la bellezza delle donne gallipolitane…Continua a leggere
Cartoline d’epoca 1900-1960
Per gentile concessione di Elio Pindinelli dal libro “Gallipoli in Cartolina 1900-1960” edizione 2011
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Ciùcci» (asini) e «uttàri» (costruttori di botti)
erano chiamati gli abitanti di Gallipoli. Il nomignolo «ciùcci» non ha alcuna attinenza con il somaro e con tutto ciò che esso significa; si riferisce invece alla pazienza dei Gallipolini e alla loro resistenza al lavoro. «Ciùcci» quindi nel senso di gente abituata a sopportare grandi fatiche, capace di portare avanti un lavoro massacrante per l’intera giornata.
Il soprannome non è certo nato a caso…Continua a Leggere
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