Fu eretto dalla famiglia dei Romito attorno al 1760 quale prestigiosa sottolineatura, in un contesto urbano e sociale, di un preminente ruolo di casta nobiliare, dimensionando e prospettando il fronte barocco, di ascendenza romano-berninesca, sull’ampio slargo del secentesco palazzo Venneri.
La soluzione urbanistica adottata al momento della sua costruzione ha fatto di questo suggestivo angolo di Gallipoli, amorevolmente racchiuso tra angusti e sinuosi vicoli medioevali, un punto di riferimento significativo per chi voglia appieno cogliere il senso del rapporto intimo tra spazio urbano ed attività umana nel contesto particolarissimo di una città-fortezza.
L’architettura di questo palazzo tradisce, soprattutto per l’inserimento dei quattro mezzi busti tra i semi-frontoni architravati delle porte finestre del piano basso e al sommo delle colonne che inquadrano il bugnato del portale, un intervento diretto in fase di progettazione dell’architetto leccese Emanuele Manieri che nel 1758 aveva realizzato in Lecce la sistemazione del palazzo episcopale.
Passato nella proprietà dei De Pace dopo il 1815 è oggi posseduto dalla famiglia Senape-De Pace che ebbe tra i suoi maggiori esponenti Antonietta De Pace, eroina risorgimentale, ed il deputato Stanislao Senape De Pace.
Testo originale – Elio Pindinelli
Traduzione in lingua inglese a cura di Rocco Merenda
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.