Fu costruita attorno al 1631 sul luogo in cui si trovava l’antica chiesa bizantina di Sant’Elia, demolita nel 1581.
In questa cappella fu organata l’omonima Confraternita di San Giuseppe e della Buona Morte, eretta canonicamente nel 1630, data in cui mons. De Rueda ne approvò le regole.
Poiché la confraternita rimase inattiva per lunghi anni, l’antica chiesetta fu chiusa al culto per essere poi riaperta solo nel 1887. Nel 1904 la confraternita abbandonò definitivamente la cappella trasferendosi nella chiesa ex conventuale delle monache claustrali di Santa Chiara. Il suo interno fu ristrutturato ed abbellito di stucchi nel XVIII secolo.
Nel corso dei recenti lavori di consolidamento e restauro sono stati evidenziati alcuni reperti tombali di epoca alto medioevale. Sull’esile campaniletto a vela sopravvive la campana, fusa dal gallipolino Giovan Giacomo Cuti nel 1635, nel priorato di Giovan Bernardino Genuino artefice dei disegni della Cattedrale.
Semplice nell’impostazione architettonica, ha l’interno arricchito da un altare lapideo, cromaticamente esuberante rispetto ai corposi stucchi che decorano la volta.
La facciata è altrettanto semplice ma suggestiva con il bel finestrone centrale trilobato e lo stemma vescovile montato sul timpano dell’unica porta d’ingresso.
Testo originale – Elio Pindinelli
Traduzione in lingua inglese a cura di Rocco Merenda
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