Trasferitosi con la moglie Celestina Ferraroli a Gallipoli dal Napoletano, ove era nato, attorno alla prima metà del XVIII secolo, Saverio Talamo vi condusse una prosperosa attività commerciale olearia e stabilì la propria dimora nell’isolato San Giuseppe, tra la Via Zacheo e la Via Incrociata.
Mercè l’acquisto prima delle case di tal «Carlo Pastena pubblico negoziante privilegiato napoletano» poste «in luogo l’Incrociata giusta le case del Sacerdote V. Bonaventura Moscato» e quindi «le case di Francesco Antonio Caracciolo ch’erano di D. Bonaventura Moscato luogo detto S. Giuseppe attaccate alla cappella del Santo».
La Talamo fu la prima famiglia borghese a riuscire a neutralizzare l’ostracismo della nobiltà locale, con la quale concluse onorevoli parentadi, iniziando con Giuseppa e Clarice, figlie di Saverio, che sposarono rispettivamente Francesco Munittola e Giovan Battista de Tomasi.
Testo originale – Elio Pindinelli
Traduzione in lingua inglese a cura di Rocco Merenda
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