La biblioteca comunale di Gallipoli vanta la sua costituzione grazie alla munifica donazione del Canonico Carmine Fontò, che nel 1825 rese pubblica la sua privata biblioteca di 2800 volumi, dotandola di beni stabili e di un bibliotecario.
A questo fondo furono accorpate, tra il 1864 ed il 1868, le biblioteche dei soppressi conventi comunali dei Francescani, dei Domenicani, dei Paolotti e dei Cappuccini.
Inizialmente allocato in una sede autonoma, il fondo librario fu collocato unitamente al museo comunale nei locali del Seminario diocesano fino al 1898.
Il museo comunale di Gallipoli fu istituito a cura del medico naturalista Emanuele Barba che nel 1873 aveva chiesto al Comune l’istituzione di un “Gabinetto zoologico e mineralogico” poi trasformato in “Museo naturalistico” ed ospitato nei locali del Seminario diocesano.
Biblioteca e museo furono quindi trasferiti nel nuovo istituto appositamente progettato, nel 1895, dall’arch. Francesco Barba e costruito sul luogo dell’antico Ospedale civico su Via A. De Pace.
Le collezioni bibliografiche conservano rare edizioni del Quattrocento e del Cinquecento tipografico italiano e straniero, pregevoli edizioni napoletane del Settecento e documenti della storia e della cultura salentina, tra cui edizioni salentine del ‘600 e del ‘700, manoscritti e documenti dal ‘400 all’’800, materiale iconografico e topografico relativo al territorio ed alla città di Gallipoli.
Il museo conserva, suddivisi per reparti, interessanti testimonianze archeologiche di epoca messapica, romana e medioevali, collezioni nummarie di epoca classica e moderna, armi e vestiti tipici del XVIII-XVIX secolo, esemplari di fauna e flora locali, fossili e minerali, conchiglie di tutti i mari del mondo, ceramiche e terraglie soprattutto di produzione locale.
Di notevole valore culturale ed artistico sono le 17 tele della collezione Coppola del XVII e XVIII secolo, i 4 grandi dipinti su legno del pittore murese Liborio Riccio, la serie di ritratti di uomini illustri di Gallipoli. Interessantissima la collezione di iscrizioni lapidee relative alle fortificazioni cittadine (XVI sec.) e al porto (XVIII secolo).
Ex Oratorio e Chiesa Della Confraternita di S. Angelo
Nel 1613 fu stabilita la fondazione della confraternita dell’Immacolata a cura del ceto dei nobili della città che innalzarono sulle volte della Chiesa di Sant’Angelo, di antica costruzione (sec.XV), il nuovo oratorio confraternale.
Tale struttura architettonica risente in termini ideologici della ricercata volontà del ceto dominante dell’epoca di sottolineare anche in ambito urbano la propria collocazione sociale.
Impostata su canoni barocchi propri dell’architetto leccese Muro Manieri fu nel 1732 abbellita di stucchi ed il suo interno decorato con 7 tableaux in creta decorati in oro ed argento (ora conservati nel Seminario diocesano) tra i quali vennero collocate 4 statue in legno raffiguranti re biblici.
L’altare in marmo del ‘700 è oggi in San Francesco d’Assisi e nell’Episcopio sono collocate la grande tela del controsoffitto dipinta nel 1742 da Francesco de Mura e la secentesca tela dell’Immacolata con la dorata fastosa cornice barocca del retablo d’altare.
È oggi sede della biblioteca comunale di Gallipoli.
La Confraternita, sotto il titolo dell’Immacolata e di San Vincenzo Martire, fu dismessa nei primi anni del ‘900.A pianterreno sopravvive l’antica chiesa di Sant’Angelo dedicata a San Michele Arcangelo la cui statua lapidea con scudo aragonese è oggi custodita in S.Francesco d’Assisi.
Spoglia di tutti gli arredi ed altari è oggi sede dell’Archivio storico comunale.
Testo originale – Elio Pindinelli
Traduzione in lingua inglese a cura di Rocco Merenda
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