CORRUZIONE ELETTORALE SULLE ULTIME ELEZIONI COMUNALI DI GALLIPOLI

Continua il nuovo filone di inchiesta aperto dalla Procura di Lecce dopo l’indagine battezzata “Re Artù” con cui il 7 luglio dello scorso anno è stato arrestato ai domiciliari l’ex Senatore Udc Totò Ruggeri. Sembrerebbe che quest’ultimo abbia investito circa 50.000€ per comperare un pacchetto di voti a vantaggio di Stefano Minerva, Sindaco attualmente in carica e al contempo Presidente della Provincia di Lecce.

Il Sindaco uscente era sostenuto da ben 12 liste di centro-sinistra ed è stato riconfermato con una percentuale di voti schiacciante, pari al 67,19%, rispetto al principale competitor Flavio Fasano, sostenuto dalla lista civica “Gallipoli Futura”, che ha raggiunto solo il 29,18%. Irrilevante il risultato del terzo candidato Luca Murra fermo al 3,63% sostenuto da Fratelli d’Italia.

Sotto osservazione dagli investigatori la lista “Popolari per Gallipoli”, arrivata terza per numero di preferenze con 1032 voti, con cui Totò Ruggeri ha sostenuto l’attuale Sindaco, anche durante le precedenti elezioni.

Stefano Minerva appare sereno e fiducioso nel lavoro della Magistratura e rivendica ai giornalisti di “La Repubblica” il suo spessore morale e l’auspicio che se qualcuno ha sbagliato paghi e venga condannato. Resta comunque una situazione scomoda per il Primo cittadino e non del tutto nuova, infatti già nel 2016, si erano scontrati al ballottaggio Stefano Minerva e Flavio Fasano, la Procura indagò su un’ipotesi di voto di scambio. Sentiti un numero rilevante di testimoni le indagini si chiusero senza nulla di fatto.

Possiamo augurarci per il bene della città che avvenga lo stesso o, se non dovesse essere così, che i politici siano condannati così come meritano e che i cittadini acquisiscano una coscienza civica tale da non farsi più comprare da nessuno e viceversa investano su donne e uomini onesti e responsabili che pur non dando un beneficio immediato garantiscano un futuro migliore per tutti!

AmC

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